al 1 marzo al 31 maggio 2018
Critica: Alla ricerca delle “Radici”
In un momento storico dove è opinione diffusa che la tecnologia abbia ucciso la tecnica fotografica, intesa come consumata capacità di utilizzare il mezzo per arrivare ad un fine desiderato, e anche per troppa esposizione all’immagine così che non si avverte più dietro ogni scatto il sapore della ricerca e dell’avventura, c’è da chiedersi quale possa essere la dimensione della foto d’autore.
Sarebbe troppo semplice rispondere “un prodotto di nicchia”, ma questo è il rischio quando sempre più spesso si paragonano gli scatti frutto di studio e accurata post produzione con le immagini che un programma automatico ha “migliorato” sui nostri smartphone.
Sono sempre più convinto che, come nel disegno e nella pittura, è l’anima delle immagini a fare la differenza fra una bella foto e una che è capace di dire qualcosa, di suggerirlo, di lasciare un segno e imporci una sosta mentre sfogliamo una rivista, scorriamo un sito, guardiamo gli infiniti cartelloni pubblicitari.
Nelle foto di Paolo, in quest’insieme chiamato “Radici” di cui ho visto gli step successivi e ho sentito parlare della ricerca dei luoghi e del materiale da ritrarre, ho avuto modo di capire che non si trattava solo di un gioco, di una ripetizione di maniera che poteva richiamare alla memoria numerosi esempi che spaziano dall’Arcimboldo agli Ent de “Il Signore degli Anelli”.
Paolo cercava fra tronchi, sentieri e radici volti da ritrarre e non solo da fotografare nello stesso modo in cui il ritratto era vissuto ai tempi della “Dama con l’ermellino”: potere raccontare qualcosa laddove le parole non potevano esserci.
Ho avvertito la presa di coscienza di questo passaggio quando il colore ha lasciato spazio al bianco e nero e la ricerca si è fatta quasi “interiore”, priva di ogni tentazione naturalistica.
Chiedete all’autore e, dopo il primo riserbo, diventerà un entusiastico fiume di parole per spiegarvi cosa ha visto e soprattutto cosa ha intuito, cosa ha cercato di portare alla luce. E se d’ora in poi camminando nel bosco vi sembrerà di scorgere in una ceppaia o in un groviglio di radici una forma che non è solo se stessa ma altre ne richiama, allora potremo affermare che esiste ancora uno spazio nella vita di ognuno, e sta a tutti noi ricercarlo, per la foto d’autore. Iscandar