Leggenda l’ultima foglia

Tanti e tanti anni fa, viveva nel bosco una fanciulla bellissima, amata da tutti gli abitanti, animali, fiori ed alberi, per la sua gentilezza e bontà. Un brutto giorno si ammalò. Aveva una tosse terribile che la faceva stare sveglia anche di notte. Tossiva sempre e per lo sforzo sentiva forti dolori allo stomaco. Dimagriva a vista d’occhio e si sentiva sempre più debole. Era tanto sfinita nel corpo che non riusciva neppure a stare in piedi. Giorno e notte era sdraiata nel letto, con molti cuscini dietro alla schiena, per non soffocare. Il Gran Sapiente del luogo le disse che sarebbe vissuta fino al giorno in cui l’ultima foglia di un albero fosse rimasta appesa. Era un mago saggio e le sue previsioni risultavano sempre veritiere. La fanciulla lo raccontò, piangendo, agli amici che l’andavano a trovare. Questo presagio li rattristò al punto da non desiderare più giungesse l’autunno con la scomparsa delle foglie dagli alberi. Anche il mago era molto dispiaciuto e giorno e notte pensava a come far guarire la fanciulla che tutti ormai chiamavano l’ultima foglia. I suoi amici le portavano ogni giorno qualcosa da mangiare. Il vecchio saggio pensò di cucinare per lei solo prodotti naturali del bosco: erbe con speciali proprietà curative, mirtilli, more… preparò tisane e decotti con molto miele e con le erbe della salute. Venne inesorabilmente l’autunno con venti gelidi ed ormai gli alberi erano spogli. Davanti alla finestrella della piccola casa, dove abitava l’ultima foglia, c’era un castagno immenso, vecchio di secoli e nella sua chioma non erano rimaste altro che tre foglie. La giovinetta, con gran dolore, chiamò i suoi amici, gli animali del bosco, tassi, scoiattoli, porcospini, topolini, lepri e uccelli, perché voleva dare loro l’ultimo saluto. La tristezza incombeva sul bosco con un manto di lacrime di nebbia, che scendevano piano piano sulla terra, ormai arida. Lentamente ultima foglia cominciò a riprendere le forze. Respirava meglio e la tosse era meno insistente, grazie anche alle inalazioni che goni giorno faceva, come le aveva suggerito il mago dottore. Da una pentola, in cui erano state bollite in acqua foglie di salvia, di alloro e rametti di rosmarino, uscivano vapori intensi, che lei respirava profondamente, dopo essersi chinata sul recipiente e coperta la testa con un telo, perché non si disperdessero. Il vecchio saggio ebbe un’idea luminosa. Pensò alla colla profumata, la resina, che usciva dalla corteccia dei pini. Prese una ciotola e la riempì con gran pazienza. Salì poi sul castagno ed incollò al tronco l’ultima foglia che stava per cadere per terra. “Solo un giorno vivrò” pensò la ragazza quel mattino, osservando l’ultima foglia appesa al ramo del castagno. Gli amici erano tutti intorno a lei, rivolti verso l’albero secolare, temendo che all’improvviso un soffio di vento facesse cadere la foglia. Giunse la sera, ma l’ultima foglia era ancora attaccata al ramo e così fu per tanti e tanti giorni, mesi, anni. La ragazza capì che era guarita con l’aria pura del bosco, con l’affetto dei suoi amici e con la saggezza del vecchio mago. Quando giunge la primavera, se si osservano attentamente i castagni, che si trovano nel gran de parco di Villa Pineta di Gaiato, si può notare che l’ultima foglia, simbolo della speranza, non è ancora caduta, m brilla sull’albero come una stella che non si spegne mai.

Pubblicato: 25 Marzo 2023